02 - Benessere
Parliamo dello stare meglio anche offline, di accessori smart, di problemi di velocità e di un’opera d’arte tech fai-da-te.
Ciao e benvenutə in questo nuovo numero di Escursionismi, una una raccolta settimanale di parole e contenuti che rispecchiano quel desiderio di raccontare mie ossessioni sulla fotografia, il mondo tech e chissà cos'altro. Strumenti, mezzi, pensieri. Materiali e non. Buona lettura.
Momenti / La fotografia della settimana
Nebbie / parole, pensieri e riflessioni
Faticare per stare meglio
Settimana scorsa vi ho parlato in questa rubrica del “rumore” e della mia necessità di trovare un po’ di respiro sui social. Ovviamente questo desiderio si ripercuote sulla vita offline , che alimenta ancor di più tale richiesta.
Università, consegne, lavoro, questioni familiari. Tutti elementi che vuoi o non vuoi richiedono tempo ma soprattutto attenzione. Giornate intense insomma.
A tal proposito ho voluto trovare uno spazio, o più, durante la settimana in cui scollegare la mente e fare un reset. Sto cercando di ritagliare alcuni di questi momenti, occupandoli in diversi modi - ve ne parlerò anche in futuri numeri di Escursionismi. Tra questi però, ce n’è uno che risponde soprattutto ad una richiesta di stacco fisico. Di recente, ho sentito dire a qualcuno, credo in un podcast di fotografia (wtf), che per scollegare la mente bisogna sforzarsi fisicamente, ma proprio stancandosi, ed ammetto che non aveva tutti i torti.
Da qualche mese ormai, ho iniziato a frequentare regolarmente una palestra, cimentandomi in un’attività insolita - per me e per gli abituali utenti di questi luoghi della mia zona. Se per un certo periodo mi sono dedicato alla classica attività di sala attrezzi, sono ora passato al Pilates.
Seppur altrove sia un’attività frequentata un po’ da tutti, nella mia palestra di fiducia Pilates ha un’utenza costituita prevalentemente da donne - i veri uomini si dedicano agli attrezzi o a CrossFit. Sotto lo sguardo un po’ incredulo dell’ormai ex mio istruttore (classico palestrato grande il doppio di me), tradito da questo cambio di rotta, ho quindi cominciato quest’avventura. Vi dico già che la consiglierei a tutti voi.
Pilates, in parole povere, ti permette di prendere coscienza del tuo corpo. Lo fa in maniera intelligente, gradualmente e insegnandoti ad ascoltarti. Quest’ultimo è il punto più importante di tutto ciò. Imparare ad ascoltare il proprio corpo, cogliere i limiti - fisici, come il toccarsi le punte dei piedi da alzati, o mentali, controllando gesti e movimenti - ed essere più consapevoli di ciò che siamo.
Ammetto, un toccasana. Ovviamente ci sono dei riscontri nella propria fisicità. Rimane un’attività fisica e ti aiuta a tonificare e rafforzare ogni parte del tuo corpo. Ma non mi stancherò di ripeterlo, è il benessere fisico/mentale che ti procura che mi fa apprezzare questa disciplina.
Se come me trascorrete molto tempo seduti, ve lo consiglio. Basta un’oretta ogni due giorni. Potete anche provare ad essere seguiti da un’istruttore per i primi mesi e poi passare ad Apple Fitness+ ad esempio, per essere più liberi e flessibili negli orari. Dopo poche settimane ne sentirete i benefici, sia in termini di fisicità/mobilità corporea che mentale, ve lo assicuro.
A chiusura di ciò, ho notato che nelle ultime settimane sempre più uomini e giovani si sono aggiunti alle lezioni di Pilates della mia palestra. Sarà stato un caso, però un po’ mi sento parte della rottura di un tabù (che vi assicuro è presente, almeno qui) dove queste discipline più consapevoli vengono bistrattate in favore di altre, a più alto contenuto di testosterone, venendo giudicate erroneamente “roba da femmina”. Che errore.
E voi? Fate o vorreste fare delle attività che vi aiutano a stare meglio? Se vi va, ne parliamo nella chat o tra i commenti. Mi piacerebbe sentire la vostra!
Materiali / strumenti provati (o costruiti)
Prese Smart TAPO
In casa, nel corso degli anni, ho iniziato ad accumulare sempre più dispositivi smart. Videocamere di sorveglianza, lampadine, strisce Led, sensori di temperatura, ecc. Solo di recente ho aggiunto all’elenco il prodotto più basilare di tutti: la presa smart.
La mia principale esigenza riguardava il poter spegnere all’occorrenza tutta la mia postazione desktop, fatta di monitor, Mac, schede audio, dock, NAS e quant’altro. Necessità derivata dal voler ridurre al minimo i consumi in periodi fuori porta. Al contempo, volevo rendere smart alcuni dispositivi che di base non lo sono, come piantane, elettrodomestici (i quali anche da spenti spesso consumano diversi watt) o ad esempio l’albero di Natale lo scorso mese.
Cercando un po’ le diverse soluzioni possibili, ho scelto infine di affidarmi ad un marchio piuttosto conosciuto, Tp-Link. Da qualche anno ormai, ha iniziato a mettere in piedi la sua personale serie di prodotti smart, denominata “Tapo”. Una famiglia costituita da molti prodotti e di diversa tipologia.
Nel mio caso ho acquistato due differenti prese, la Tapo P110 e la P105, rispettivamente con presa Shuko e presa Italiana. Ho dovuto optare per due differenti tipologie in quanto la prima, avendo attacco ed ingresso Shuko, non permette di essere utilizzata in certi contesti o con certi dispositivi (ad esempio con il mio Apple Studio Display, mannaggia).
Entrambe le prese si presentano con forme semplici ed in bianco. Hanno sul loro corpo un pulsante di accensione, per bypassare l’app, e un Led di stato. Caratteristiche che differenziano le due, oltre al form-factor, sono il carico massimo, di 16A per la P110 e 10A per la P105 e la presenza nella P110 della funzione di monitoraggio dei consumi. Caratteristica davvero molto utile, per tenere sotto controllo gli apparecchi collegati e capire quanta energia consumano, soprattutto da spenti.
Per farlo basta ricorrere all’app proprietaria Tapo. L’accoppiamento è questione di pochi secondi. Entrambe le prese sono dotate di Wi-Fi a 2,4GHz, non è quindi necessario alcun hub, basta collegarle alla presa, avviare l’app, inserire SSID e password della nostra rete e il gioco è fatto.
Da questo momento in poi, potremo accendere e spegnere le prese direttamente dall’app, monitorarne i consumi (come nel caso della P110) in tempo reale e avere anche un prospetto dei costi giornalieri, mensili ed annuali con diversi grafici riassuntivi. Ammetto che si tratta di un’app ben fatta, con un’interfaccia chiara - di recente ha subito un restyling - e non ho trovato bug o riscontrato problemi. Sono presenti poi tutte le funzioni per creare automazioni in base all’orario/giorno per accensione o spegnimento programmato.
Ovviamente queste prese Tapo sono compatibili con Alexa e Google Home, manca il supporto ad HomeKit però. Per quanto riguarda Matter, invece, Tp-Link ha promesso che renderà compatibile la sua app con lo standard, ma non è chiaro se i prodotti pre-lancio lo saranno altrettanto. Vedremo. Ammetto che potrei rimanerci male.
Unico difetto, se vogliamo, è la mancanza di un modello con presa italiana e funzione di monitoraggio dei consumi. Nel mio caso, avendo lo Studio Display con presa a tre poli, sto utilizzando una ciabatta con la medesima caratteristica, a cui a monte non posso collocare una P110 per avere il controllo dei consumi, ma solo una P105.
Punto forte delle Tapo P110 e P105 è senz’ombra di dubbio il prezzo, che quasi sempre si aggira sui 10€ per entrambi i modelli (anche in kit da due oppure quattro). Non posso quindi che consigliarvele, dato l’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Ho incorniciato un iPhone 5s
Sono sicuro che molti di voi, come me, siano degli estimatori dei prodotti Apple in termini di design oltre che funzionalità. Possiamo tranquillamente dire che l’azienda in questione produca (o abbia creato in passato) alcuni dei prodotti tech esteticamente più belli del mercato. Se non iconici (vedi iMac G3, iPod, MacBook Air, ecc.).
Proprio a tal proposito, ho quindi voluto creare una piccola “opera” da appendere in studio. Ispirato dal lavoro di Gridstudio.cc, che realizzano quadri esplodendo prodotti tech (non solo Apple), ho deciso di crearne uno da me, risparmiando centinaia di euro.
Ho utilizzato il mio vecchio iPhone 5s - il mio primo smartphone della mela, giacente in un cassetto da tempo - così da avere un oggetto che fosse anche significativo in qualche modo. Una volta smontato pezzo per pezzo (grazie alle guide ed al kit di iFixit) ho poi utilizzato una cornice acquistata da Leroy Merlin (la trovate sul loro sito, ma ce ne sono anche su amazon di simili) che avesse uno spessore tra vetro e base abbastanza consistente da permettere l’inserimento delle componenti.
Scelte poi quelle componenti più significative e disposte in ordine sulla base (un cartoncino bianco) ho poi incollato il tutto con del nastro biadesivo. Ed il gioco è fatto.
Un paio di ore di lavoro, un po’ di pazienza e nulla più. Ci sono solo tre punti che mi continuano a lasciare non del tutto soddisfatto. Per prima cosa lo schermo, purtroppo ai tempi lo ruppi, ma va bene così. Potremmo dire che gli conferisce un aspetto vissuto. Diciamo. Altra cosa è il chip A7, che non è visibile sulla scheda logica a causa di una schermatura metallica saldata, che non ho modo di rimuovere. Forse ci tornerò.
Avrei anche voluto inserire delle grafiche e un po’ di testo, ma ho preferito mantenermi sull’estremamente minimale. Magari in futuro potrei realizzarne un’altro, con un dispositivo intonso e lavorarci anche da quel punto di vista.
Che ne dite? Il risultato vi soddisfa?
Spiccioli / brevi opinioni e consigli
One-Sec, prendiamoci un attimo
Ho seguito la nascita di questo progetto anni fa su Twitter quando era solo una shortcut, ma ora è un’app per iOS, macOS e Android.
One-Sec permette di prenderci un attimo prima di aprire una qualsiasi app. Pensata soprattutto per quelle dei social network, ci aiuta ad evitare di entrare in un loop di zapping tra i diversi Instagram, Twitter e TikTok del caso, costringendoci a fare un bel respiro profondo prima che quest’ultime si aprano. Un meccanismo che, inevitabilmente, ci porterà ad aprire meno spesso quell’app, con la conseguente riduzione del tempo trascorso davanti allo schermo. Cosa confermata, insieme ai benefici, anche da uno studio scientifico.
Il funzionamento è basilare ed è ben spiegato sul loro sito web, localizzato anche in italiano. Se credete di utilizzare i social troppo e vorreste magari prendervi una pausa, vi consiglio almeno di dare un’occhiata e provarla.
AlDente, regoliamo la carica della nostra batteria
Sono certo che alcuni di voi la conosceranno già. Ma ho pensato di inserire questa piccola applicazione per Mac in questo numero perché è tra quelle che utilizzo da più tempo e con più soddisfazione.
AlDente, in breve, permette di stabilire delle regole che ci permettono di controllare la carica del nostro portatile con la mela. La funzione base è quella di scegliere, tramite uno slider e direttamente dalla barra dei menù, la percentuale massima di carica a cui deve arrivare il computer.
Se vi state chiedendo la motivazione, è bene che sappiate che genericamente una batteria, per rimanere prestante nel tempo e durare a lungo, dovrebbe mantenere una carica tra il 40-80%. Così da ridurre anche i cicli della batteria.
Se avete un MacBook e lo tenete spesso collegato ad una fonte di alimentazione (come nel mio caso, alla scrivania con un monitor) risulta spesso comodo poter decidere quando mandarlo in carica o meno. L’app è gratuita, ma offre funzioni aggiuntive in versione a pagamento. In alternativa, potete affidarvi al sistema nativo presente in macOS, Carica Ottimizzata. Funzione che si comporta come AlDente ma in maniera automatica e arbitraria.
Scopriamo la salute della batteria di Mac e iPhone/iPad con un’app o una shortcut
Rimanendo in tema batteria, è utile sapere qual’è l’effettiva situazione di benessere della batteria del nostro dispositivo. Per farlo vi propongo due metodi, alternativi alla percentuale mostrata nelle Impostazioni di Sistema sia su iOS che macOS, che lascia il tempo che trova.
Il primo metodo è un’app per macOS, chiamata Coconut Battery. È gratuita (ha anche una versione a pagamento) e permette di conoscere qual è lo stato di salute della batteria sia del Mac sia del dispositivo iOS collegato (è necessario collegare l’iPhone o l’iPad tramite cavo al computer). Facile ed intuitiva ci mostra la percentuale di carica, cicli della batteria, la capacità massima originale e quella attuale, insieme ad una manciata di info come data di costruzione, ecc. Caratteristica molto utile è però la cronologia delle misurazioni, che crea un archivio temporale dei valori registrati nel tempo.
Alternativa, totalmente gratuita, è una shortcut per l’app Comandi di iOS. La risultante è molto simile, ci restituisce infatti gli stessi dati di Coconut (percentuale di salute, cicli, ecc) ma è necessario avviarla dandogli in pasto un file di analisi recuperabile dalle Impostazioni di Sistema. Processo abbastanza facile, che viene illustrato in questa pagina, ma che non necessità di un Mac (o di un cavo) per ottenere queste informazioni.
Shorts su YouTube? Addio.
Chi come me si ritrova la pagina Iscrizioni del tubo inondata di Shorts che creano solo confusione e che da desktop difficilmente guarderemo?
Aaron Pearce di Pearce Media ci viene in soccorso con un’estensione per Safari (su Mac) che elimina i brevi video verticali dalla nostra vista, rendendo decisamente più fruibile la nostra navigazione.
L’estensione si chiama Eat the Shorts (nome accurato) ed è disponibile sul Mac App Store a 2,49€. Per chi utilizza Safari su Mac per guardare YouTube, è un must a parer mio.
In Video
Settimana scorsa vi ho parlato della Cometa C/2022 E3. Ebbene, ho deciso di realizzare una piccola guida video sul come fotografarla con una fotocamera Mirrorless o Reflex e senza particolare attrezzatura dedicata.
Piccole Dosi / Qualche notizia e approfondimento
📌 Ivory per Mastodon è ora disponibile (e alternative)
È arrivata sull’App Store l’app dei creatori di Tweetbot (rip) per il social del momento, Mastodon, e si chiama Ivory. L’ho iniziata ad utilizzare tramite la prova gratuita di 7 giorni e devo dire che merita. Ci si sente subito a casa. Pagherò l’abbonamento annuale di 18€? Forse. Sicuramente un costo consistente, ma che sarebbe più un segno di supporto ai dev dato l’accaduto con Tweetbot.
Esistono però tantissime alternative e client di terzi per Mastodon, anche in beta. Praticamente ne esce uno al giorno. Tra i vari che sto utilizzando: Mamooth, Woolly (italiana), Mastoot, Metatext e IceCubes. Per Mac vi consiglio di provare anche il client web Elk.
📌 Gli SSD dei nuovi Mac sono più lenti di prima
Notizia della settimana è che gli SSD montati sui nuovi MacBook Pro e Mac mini con M2 sono più lenti rispetto ai precedenti con M1. Ma entriamo un attimo nel dettaglio della questione.
Si tratta di un rallentamento di circa il -20% in scrittura e -40% in lettura, scendendo rispettivamente a 2,970 MB/s W e 3,150 MB/s R dai 3,950 MB/s W e 4,900 MB/s R della precedente generazione (questi specifici dati si rifanno ad un test effettuato da 9to5mac su MacBook Pro 14’’ M2 Pro base con 512GB di SSD, confrontato con il corrispettivo M1 Pro).
I rallentamenti riguardano i modelli da 512GB dei nuovi Mac con M2 Pro, che rispetto alla precedente generazione passano da quattro chip per la memoria NAND a solamente due. Ciò si traduce in una diminuzione della banda a disposizione per lo scambio dati (per spiegarla semplicemente, un file se prima veniva diviso in 4 e quindi poteva essere letto sfruttando 4 “strade” in contemporanea, ora viene diviso in 2 e letto o scritto tramite 2 strade solamente). Allo stesso modo, il Mac mini M2 base da 256GB passa da due chip NAND a uno. Con anche qui, dei rallentamenti in termini di velocità di lettura e scrittura.
È una storia che abbiamo già visto con i MacBook Air e Pro 13’’ con M2 l’anno scorso. A quanto pare, per risparmiare sui costi di produzione e forse far fronte alla carenza di chip, a Cupertino hanno pensato di far fuori queste componenti. Ma se sul Mac mini base abbiamo avuto una diminuzione di prezzo (-90€) e parliamo di un prodotto consumer entry-level, dove certe velocità un utente normale non le sfrutterebbe nemmeno, non si può dire lo stesso del MacBook Pro 14’’. Quest’ultimo è una macchina da più di 2500€, destinata già ad un pubblico di professionisti, che in più ha anche visto un aumento di prezzo. Scelta quindi quantomeno discutibile. Il problema non è ovviamente presente sui modelli di taglio di memoria superiore a quelli citati, che mantengono lo stesso numero di chip della scorsa generazione.
Tralasciando quindi il fattore correttezza di questa mossa, ci sono degli effettivi rallentamenti nell’utilizzo quotidiano di questi modelli base? Diciamo Ni. Credo che sul Mac mini difficilmente qualcuno se ne accorgerebbe, anche perché come dicevo prima è una macchina consumer e destinata ad un pubblico che in teoria, con le proprie attività, non dovrebbe sfruttare quelle velocità. Sui MacBook Pro 14’’ qualche rallentamento in certe operazioni c’è, come mostra Max Tech, in certe task specifiche e workflow. Ad esempio con l’uso di Lightroom, copia di file di certe dimensioni, ecc. Ciò nonostante, le prestazioni permettono di lavorare in maniera ottimale sui vari software anche di editing foto e video.
Se quindi avete intenzione di acquistare uno di questi modelli, vi consiglio di optare per il taglio da 1TB, almeno sui MacBook Pro.
📌 Libero Mail e Virgilio combinano casini
Neanche commenterò la notizia. Vi consiglio solo di passare ad altro provider se siete utenti di Libero Mail o Virgilio. Siamo nel 2023, su.
Appunti / Spoiler dai futuri numeri della newsletter
Un film appena uscito non visto, ma una scusa per leggerlo;
Un accessorio fotografico PeakDesign che fa svoltare;
Una serie di libri di viaggio per fotografi;
Una console su cui forse sono arrivato troppo tardi;
Una fotocamera diventata la moda del momento;
La mia ossessione per l’archiviazione dei file;
Da VHS a .mov, ricordi in pericolo.
Bonus
Per te che sei arrivato fin qui ho un piccolo regalo. Si tratta di un codice sconto per ottenere 3 mesi di Amazon Prime. Ho ottenuto questo codice grazie a Vodafone, ma ho pensato di regalarlo al primo di voi che riuscirà a riscuoterlo. Fatemi sapere chi sarà il fortunato :)