Ciao! Benvenutə in questo primo numero di Escursionismi, una newsletter settimanale che affronta senza paura monti fatti di divagazioni, pensieri e materia.
Se ricevi questo primo numero vuol dire che hai creduto in questo progetto, e te ne ringrazio, o alla precedente mia newsletter “Lettura dolce”, di un paio di anni fa. In questo caso, spero tu voglia intraprendere questo percorso con me.
Prima di iniziare con questo numero credo sia doverosa una piccola introduzione. Escursionismi vuol essere qualcosa di libero, spensierato, con una struttura sì ma senza imposizioni. Farò infatti diverse “escursioni” nei vari numeri su argomenti vari, ma che fanno parte delle mie giornate.
Affronteremo temi che parlano di fotografia, di tecnica, di attrezzature, di tecnologia, ma anche di libri, podcast, film e chissà cos’altro. Tutto ciò sarà racchiuso in micro-rubriche, che si alterneranno di settimana in settimana e che saranno poi raccolte sul mio sito web e sotto forma di altre pubblicazioni (vediamo dove ci porta il vento).
Momenti / la fotografia della settimana
Nebbia / parole, pensieri e riflessioni
Rumore. Solo rumore.
Sinceramente non volevo parlare di questo argomento nel primo numero della newsletter, ma le circostanze me lo impongono. Non per chissà quale dovere di cronaca, ma più per un certo discernimento personale.
Negli anni, Twitter è stato il mio unico e solo vero social network. È lì che ho condiviso e scritto più di quanto mai abbia fatto altrove. Migliaia di cinguettii, tantissima gente conosciuta online, realtà scoperte grazie ai retweet, eventi seguiti live e un sacco di ricordi. Alternando qualche momento di maggiore vigore dovuto ad eventi particolari (lanci di prodotti, eventi apple, ecc.) a interi periodi di blackout, ha sempre fatto parte della mia quotidianità.
Ora però, inizia a pesarmi. Colpa di una deriva che ha preso la mia bolla, o meglio, twitter in generale. Ho iniziato ad avvertire un rumore sempre più presente ed irruente.
Argomenti non attinenti alla mia sfera, pubblicità sempre più martellanti, ordine nei tweet sempre più arbitrario. Incessante, logorante, soffocante per me. La causa? La timeline Per Te dell’app di Twitter, che soprattutto dopo Musk, è diventata ingestibile. Inizialmente la ritenevo interessante, permettendo di uscire dalla propria bolla grazie a tweet suggeriti e apprezzati oltre che retwittati. Inizialmente.
Per molto tempo ho utilizzato Tweetbot per usufruire del social - se mi state leggendo, sicuramente lo conoscerete - ma quando passò al modello di business dell’abbonamento lo abbandonai, per tornare all’app ufficiale, sia su mobile che su Mac. Forse stanco della timeline cronologica e voglioso di allargare la cerchia, lasciai inizialmente decidere all’algoritmo i tweet da mostrarmi. Risultato? Rumore. Pensai quindi di utilizzare la modalità “Più Recenti”, che in teoria dovrebbe rispecchiare un ordine cronologico ed ordinato.
Anche qui, rumore su rumore grazie a tweet sponsorizzati e poco attinenti. Per ovviare al problema sono quindi passato a Fenix, riuscendo a respirare per qualche periodo. Avventura durata molto poco però, grazie alle nuove politiche di Twitter che proprio in questi giorni hanno ucciso tutti i client di terze parti dell’uccellino blu, in un’azione che definire meschina è ben poco.
Unico superstite? Typefully, che permette di scrivere e non leggere (potrebbe essere la risposta a tutto ciò).
Costretto a far ritorno sull’app ufficiale, quel rumore è tornato più forte di prima. Questa volta senza soluzione però. Se non una.
Sinceramente, mi dispiace abbandonare Twitter. Sono cresciuto lì potremmo dire, ma questa ipotesi si fa sempre più plausibile. La verità è che inizio ad avere un rifiuto di questo social network, e credo che sia ormai più tossico che benefico. L’alternativa c’è però, si chiama Mastodon, il social network designato dalla bolla tech di Twitter ad essere la nuova terra promessa.
Ammetto che iscrivendomi ne sono stato entusiasta. Per prima cosa: il silenzio. Leggi solo di chi segui (oltre che i repost). Zero pubblicità, poca gente e tanto ordine. App dignitosa (le alternative, a decine, sono tutte altrettanto valide) e sistema di “isole felici” che non mi dispiace. Certo, è tutto molto acerbo, ma almeno per il momento è genuino. Ha del potenziale.
Questo vuol dire che abbandono Twitter e passo a Mastodon? Penso di no. Credo che lascerò il tutto al caso e cercherò di azzerare quel rumore utilizzando pochissimo i social. O meglio, leggendo pochissimo, postando qualcosa e concentrandomi più sulle app come Reeder e Feedly per rimanere aggiornato. Perché per silenziare questo stancante gran fracasso, l’unica soluzione è in effetti chiudere l’app e mettere l’iPhone in tasca.
E sinceramente, mai come ora ho voglia di farlo.
Materiali / la prova prodotto
L’AirTag tarocca: ATUVOS
Tra i dispositivi Apple più apprezzati degli ultimi anni c’è sicuramente la piccola AirTag. Una monetina in grado di mettere fine alla nostra sbadataggine. Il prezzo da pagare in cambio è di 39€ ad AirTag (129€ se prendiamo il pack da 4).
Ne possiedo una dal lancio e devo dire che ritorna sempre estremamente utile. Messa tra le chiavi con apposito laccetto, dentro uno zaino o il portafogli, permette di rintracciare quell’oggetto ovunque esso sia. Il funzionamento è semplice. A farla breve, per chi non lo sapesse, tramite la tecnologia Bluetooth ed il chip U1 ogni dispositivo Apple nelle vicinanze è in grado di rilevare questo tag ed inviarne la posizione ai server Apple. Così facendo si crea un’enorme rete di iPhone, iPad e Mac che possono rilevare gli AirTag, che diventeranno rintracciabili dai proprietari tramite l’app Dov’è. Inoltre, proprio grazie al chip U1, gli iPhone di generazione più recente (dall’11 in poi) possono usufruire della funzione “Posizione Precisa” ed essere guidati fino all’esatto punto in cui essa si trova.
Personalmente la tengo sempre dentro al portafogli, così da evitare di dimenticarlo in giro. È molto utile a tal proposito la possibilità di ricevere una notifica sull’iPhone quando ci allontaniamo (=dimentichiamo) da quell’oggetto. Ma un’altro utilizzo che possiamo farne è relativo alla sicurezza. Molti la utilizzano all’interno di bici o auto per rintracciarle in caso di furto. Proprio in questo contesto rientra la mia necessità di una seconda AirTag, magari da inserire anche in uno zaino all’occorrenza.
Prima di acquistare una seconda AirTag da Apple, mi sono imbattuto però in un’alternativa più economica che si è dimostrata altrettanto valida. Sto parlando dell’ATUVOS Tag, che altri non è che una sorella gemella perduta dell’AirTag.
Il funzionamento è il medesimo. Bluetooth, rete di dispositivi Apple e piena compatibilità con l’app Dov’è. Unica differenza è la mancanza della funzione “Posizione Precisa” ed un ingombro leggermente maggiore. Fa capolino, però, un comodissimo occhiello.
Dopo diversi mesi di utilizzo, posso dirvi che fa il suo dovere. Ho solo constatato che il segnale del Bluetooth non è altrettanto potente come quello dell’AirTag originale. Difatti la posizione viene aggiornata un po’ più di rado alle volte.
Punto forte di questo piccolo dispositivo è però il prezzo. Seppur si trovi solitamente sui 20/25€ su Amazon, va spesso in sconto a 10/12€ come in questo momento (è disponibile anche in confezione da 2 e da 4). E lì sì che diviene conveniente, dato che al prezzo dell’originale se ne portano a casa quasi quattro di questo tag ATUVOS.
Ma infine, il gioco vale la candela? Ammetto che l’AirTag di Apple mi da più sicurezza, ma in certi utilizzi a rischio più contenuto trovo molto più sensato acquistare l’ATUVOS rispetto all’originale. Certo è che a prezzo pieno risulta poco conveniente, dato che spesso il pack da 4 AirTag raggiunge il prezzo di 99€ su Amazon, ovvero quasi 25€ a Tag. A quel punto non ci sono dubbi.
Spiccioli / brevi opinioni e consigli
Una Shortcut per il Portachiavi di Apple
Da buon utente Apple, potevo non utilizzare il Portachiavi di iCloud per salvare i dati di accesso di decine, se non centinaia, di servizi web?
È una questione di sicurezza più che altro. Mi sento al sicuro con loro, rispetto che ad un eventuale 1Password. Ammetto però che non è comodissimo, soprattutto nell’essere richiamato. Ho ovviato a questo piccolo problema con una shortcut - bisogna davvero dirlo, ne esiste una per ogni cosa.
Ci viene infatti in aiuto il buon Ricky Mondello, che ha creato un Comando Rapido ad hoc per iOS e macOS. Funziona su entrambe le piattaforme e richiama il password manager di Apple in un lampo.
Personalmente ho posizionato questa shortcut nella barra dei menù del Mac, così da poterla richiamare all’occorrenza quando sono in postazione. Volendo, si potrebbe anche impostare una combinazione da tastiera per lanciarla al volo. Risulta anche molto comoda su iOS, dove vi consiglio di utilizzarla tramite il widget di Comandi Rapidi nella homescreen.
Strange World
In questo primo numero della rubrica Spiccioli, che vuole raccogliere pareri e consigli su prodotti audio/video, libri, app, software e altro, vi parlo di un film d’animazione modesto che ho guardato in questi giorni.
Si tratta dell’ultimo prodotto uscito dai Disney Animation Studios, con regia di Don Hall e Qui Nguyen (anche sceneggiatore). Seppur nasca dagli autori di Raya e l’ultimo drago e Big Hero 6, è abbastanza passato in sordina, seppur sia arrivato anche al cinema.
Leggero, a tratti scontato, ma che nei suoi 90 minuti scorre abbastanza bene e porta messaggi positivi e attinenti a tematiche attuali (ambiente) ed evergreen (rapporto padre-figlio). Non aspettatevi un Coco o un Oceania, sia chiaro, sia in termini di sceneggiatura, profondità e qualità generale. Ma si lascia guardare e non manca qualche spunto interessante. È però lampante che poteva fare di più, soprattutto in certi aspetti che ci fanno pensare che Disney la voglia “toccar piano”.
Se volete guardare qualcosa di non eccessivamente pesante, leggero ma non stupido, e comunque ben fatto ve lo consiglio. Lo trovate su Disney Plus.
Movie Tracker, teniamo traccia di film e serie tv
Giusto due parole sull’app che forse ha messo fine ad uno dei miei incubi ricorrenti: tenere traccia dei film e serie tv guardati e da guardare. Trakr, TV Time, JustWatch, tutti servizi (soprattutto l’ultimo) eccezionali, ma con app penose. Piene di bug, lente da morire ed un parto da utilizzare.
Uno sviluppatore indipendente italiano, Simone Montalto, ha però portato alla luce negli scorsi mesi Movie Tracker, la risposta a tutto ciò. Dopo averla provata in beta, non posso che consigliarvela ora che è stata rilasciata al pubblico.
Disponibile sia su iOS che macOS, permette in maniera molto semplice di cercare film e serie tv, scoprire in quali servizi di streaming sono disponibili e aggiungerli in delle raccolte chiamate “spazi” oppure nel calderone degli elementi salvati (sezione “raccolta”).
Ma mica finisce qui. Tra le funzioni abbiamo la sincronizzazione tra i nostri dispositivi tramite iCloud, un’intera sezione “Statistiche” - adoro - con innumerevoli dati sulle nostre attività di visione, delle schede ben dettagliate per ogni film/sere con registi, trailer, trama e punteggio. Il tutto impacchettato in una UI ragionata, semplice ma funzionale. Sicuramente è ancora un prodotto in fase di sviluppo, ma è già al di sopra di altre più blasonate.
L’app è gratuita, ma permette solo di aggiungere pochi prodotti video, giusto per capire se fa per voi. La versione “Pro” che ne sblocca tutte le funzioni, è disponibile con acquisto in-app a 5.49€ e vi assicuro che li vale tutti.
Piccole Dosi / Qualche notizia e approfondimento
NVIDIA Broadcast ci “raddrizza gli occhi” così da poter guardare fisso in camera.
NVIDIA ha rilasciato un po’ di giorni fa la versione 1.4 della sua app “Broadcast”, un tool sviluppato dalla software house per il live-streaming. Con questo aggiornamento ha introdotto la funzione Eye-Contact, che permette ora di muovere gli occhi dell’oratore per simulare un contatto visivo costante con l’interlocutore (la camera). Il risultato è strabiliante.
Potete testarla anche voi, se avete un computer con le giuste specifiche, scaricando l’app da qui.
Apple tira fuori i nuovi Mac con M2 Pro e Max ed il nuovo HomePod, così, de botto
Proprio ad un paio di giorni dai rumor che davano per ancora una volta rimandati i nuovi MacBook Pro con M2 Pro e Max, Apple ha messo sul piatto una serie di comunicati stampa ed un video annuncio - che sembra essere estratto da un evento mai tenutosi - con un bel po’ di aggiornamenti.
Arriva per primo il nuovo Mac mini con M2, che rimpiazza l’M1 del 2020 e la versione con M2 Pro, che getta nella tomba il Mac mini Intel, l’ultimo dei computer consumer della mela con processore della concorrenza. Il case è identico, ma guadagna 2 porte thunderbolt 4 in più nella versione Pro e l’HDMI 2.1. Prezzi? Si parte da 729€ (ben 90€ in meno rispetto al precedente modello M1, best-buy) per la versione con 8GB di RAM e 256GB di SSD. Si arriva poi a 1579€ per la versione con M2 Pro, con 16GB di RAM e 512GB di SSD.
Inutile elogiare i pregi di questo Mac mini, soprattutto nella versione base, che a mio parere rimane tra i computer da prediligere nell’acquisto e che soddisfa le necessità di quasi tutti.
Ma al Mac mini si aggiungono anche i nuovi MacBook Pro 14’’ e 16’’ con i nuovi M2 Pro e Max, che portano con loro un bump di prestazioni di circa il 20-40% rispetto alle corrispettive versioni M1. Tra le novità anche il Wi-Fi 6, batteria più longeva (e già vi assicuro che nel 16’’ con M1 Max dura uno sproposito) e HDMI 2.1.
Passo in avanti delle prestazioni non da capogiro ma apprezzato, seppur la tecnologia dei SoC rimanga a 5nm di seconda generazione. Passo in avanti anche dei prezzi, che rispetto la scorsa generazione salgono di circa 150€. Malino. Di certo parliamo di macchine per utenti con un certo tipo di esigenze, non per chiunque, soprattutto il Max. Vi consiglio il video di Dave2D, che in una manciata di minuti riesce a dare un’ottima panoramica delle performance di M2 Pro e Max.
Novità ghiotte anche nel settore dei prodotti audio però, con il ritorno dall’aldilà dell’HomePod che arriverà questa volta anche in Italia. 349€ di listino per lo smart speaker più performante in termini di qualità audio, ma forse il meno intelligente per via di Siri, che a malincuore rimane ancora indietro rispetto ad Alexa e Google. Tra le novità una nuova disposizione degli speaker interni, supporto a Matter e Thread, sensori di temperatura ed umidità ed un nuovo display più grande.
Ammetto che l’HomePod è un prodotto che mi fa impazzire per il design e la qualità dell’audio e che se potessi acquisterei - magari in doppio per utilizzare l’apposita funzione. Il prezzo purtroppo non è per tutti. Ricordiamoci però che è disponibile l’HomePod mini, che ha ricevuto di notte in notte un aumento di prezzo di 10€ (arrivando a 109€) ed un sensore di temperatura ed umidità - nascosto fino ad ora verrà abilitato con iOS 16.3.
Open Beta di WhatsApp Desktop per Mac
Lo so, lo so. Whatsapp è il male. Condivido il pensiero. È inutile però negare che al momento è difficile farne a meno - se riuscite, avete il mio plauso!
Meta negli ultimi mesi sembra si stia sforzando per renderla almeno accettabile. Con il recente passaggio al sistema multipiattaforma ha già fatto passi da gigante. Proprio a tal proposito, se siete utenti Mac ed in particolare modo, utenti di dispositivi Apple Silicon, vi farà piacere sapere che la versione beta dell’app desktop nativa per i SoC di Cupertino è aperta ora al pubblico.
La cometa C/2022 E3, visibile ad occhio nudo dall’Italia
Dal 17 gennaio fino ai primi di febbraio sarà visibile dall’Italia la cometa C/2022 E3, di ritorno dal suo viaggio di 52000 anni nell’universo. Questi sono gli anni passati dal suo ultimo passaggio qui sulla Terra e giorno 1 febbraio 2023 si troverà a soli 42 milioni di km da noi.
Dovrebbe essere visibile dall’Italia, dato che le stime prevedono che la massima luminosità apparente potrebbe essere +5.8 (+6.0 è il limite di visibilità a occhio nudo). Meteo permettendo e cielo completamente buio, potreste quindi riuscire nell’impresa, soprattutto grazie alla fase di luna nuova/crescente iniziata il 21 gennaio. Un piccolo telescopio potrebbe sicuramente aiutarvi.
Un’occasione da non perdere. Se volete sapere dove si trova in questo momento per poterla cercare con lo sguardo, vi consiglio l’app Sky Guide.
Appunti / Spoiler dai futuri numeri della newsletter
Sperando che questo primo numero ti sia piaciuto, ti ringrazio per il supporto che stai dimostrando leggendo queste righe. Ho in mente tanti argomenti ed evoluzioni, che arriveranno man mano nel tempo. Ho deciso che per ogni newsletter raccoglierò in questa sezione alcuni degli argomenti che ho appuntato e di cui vorrei parlare nei prossimi numeri, così da darvi un assaggio a voi ma soprattutto uno stimolo a me per evitare di tradire le aspettative.
Un film appena uscito non visto, ma una scusa per leggerlo;
Un accessorio fotografico PeakDesign che fa svoltare;
Un’attività in palestra che vale l’abbonamento;
Una console su cui forse sono arrivato troppo tardi;
Una camera diventata di moda;
La mia ossessione per l’archiviazione dei file;
Da VHS a .mov, ricordi in pericolo.